Dalla quarta di copertina:

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Gli alberi sono esseri sociali? In The Hidden Life of Trees il guardaboschi e autore Peter Wohlleben afferma in modo convincente che, sì, la foresta è un social network. Attinge a scoperte scientifiche rivoluzionarie per descrivere come gli alberi sono come le famiglie umane: i genitori degli alberi vivono insieme ai loro figli, comunicano con loro, li supportano mentre crescono, condividono i nutrienti con coloro che sono malati o in difficoltà e persino si avvertono a vicenda dell'imminente pericoli. Wohlleben condivide anche il suo profondo amore per i boschi e le foreste, spiegando gli incredibili processi di vita, morte e rigenerazione che ha osservato nei suoi boschi.

Dalla quarta di copertina:

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Gli alberi sono esseri sociali? In The Hidden Life of Trees il guardaboschi e autore Peter Wohlleben afferma in modo convincente che, sì, la foresta è un social network. Attinge a scoperte scientifiche rivoluzionarie per descrivere come gli alberi sono come le famiglie umane: i genitori degli alberi vivono insieme ai loro figli, comunicano con loro, li supportano mentre crescono, condividono i nutrienti con coloro che sono malati o in difficoltà e persino si avvertono a vicenda dell'imminente pericoli. Wohlleben condivide anche il suo profondo amore per i boschi e le foreste, spiegando gli incredibili processi di vita, morte e rigenerazione che ha osservato nei suoi boschi.

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"Uno studio affascinante degli alberi, degli arbusti e delle viti che nutrono gli insetti, gli uccelli e altri animali nel giardino suburbano." -Il New York Times
 
Con l'accelerazione dello sviluppo e della distruzione dell'habitat, ci sono crescenti pressioni sulle popolazioni di fauna selvatica. In Bringing Nature Home, Douglas W. Tallamy rivela il legame indissolubile tra specie vegetali autoctone e fauna selvatica autoctona: gli insetti autoctoni non possono, o non vogliono, mangiare piante aliene. Quando le piante autoctone scompaiono, gli insetti scompaiono, impoverendo la fonte di cibo per uccelli e altri animali.
 
Ma c'è un passo importante e semplice che tutti possiamo fare per invertire questa tendenza allarmante: chiunque abbia accesso a un pezzo di terra può dare un contributo significativo al sostegno della biodiversità semplicemente scegliendo piante autoctone. Agendo in base ai consigli pratici e realizzabili di Douglas Tallamy, tutti possiamo fare la differenza.

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"Mi piace giocare meglio al chiuso perché è lì che si trovano tutte le prese elettriche", riferisce un bambino di quarta elementare. Mai prima d'ora nella storia i bambini sono stati così coinvolti e così lontani dal mondo naturale. In questo nuovo lavoro pionieristico, l'esperto di difesa dei bambini Richard Louv collega direttamente la mancanza di natura nella vita della generazione cablata di oggi - lo chiama deficit della natura - ad alcune delle tendenze infantili più inquietanti, come l'aumento dell'obesità, il disturbo da deficit di attenzione ( AGGIUNGERE) e depressione.

Alcuni fatti sorprendenti: negli anni '90 il raggio intorno alla casa in cui i bambini potevano girovagare da soli si era ridotto a un nono di quello che era nel 1970. Oggi, i bambini di otto anni in media sono più in grado di identificare i personaggi dei cartoni animati che specie autoctone, come coleotteri e querce, nella propria comunità. La velocità con cui i medici prescrivono antidepressivi ai bambini è raddoppiata negli ultimi cinque anni e studi recenti mostrano che un uso eccessivo del computer crea problemi alla mente in via di sviluppo.

Il disturbo da deficit di natura non è una condizione medica; è una descrizione dei costi umani dell'alienazione dalla natura. Questa alienazione danneggia i bambini e modella gli adulti, le famiglie e le comunità. Ci sono soluzioni, però, e sono proprio nei nostri cortili. Last Child in the Woods è il primo libro che riunisce ricerche all'avanguardia che dimostrano che l'esposizione diretta alla natura è essenziale per uno sviluppo sano dell'infanzia: fisico, emotivo e spirituale. Inoltre, la natura è una potente terapia per la depressione, l'obesità e l'ADD. L'istruzione basata sull'ambiente migliora notevolmente i punteggi dei test standardizzati e le medie dei voti e sviluppa abilità nella risoluzione dei problemi, nel pensiero critico e nel processo decisionale. Anche la creatività è stimolata dalle esperienze infantili in natura.

Eppure mandare i bambini fuori a giocare è sempre più difficile. Computer, televisione e videogiochi competono per il loro tempo, ovviamente, ma sono anche le nostre paure del traffico, degli estranei e persino delle zanzare portatrici di virus - le paure dell'exploit mediatico - che tengono i bambini in casa. Nel frattempo, le scuole assegnano sempre più compiti a casa e c'è sempre meno accesso alle aree naturali.

I genitori hanno il potere di assicurarsi che la loro figlia o il loro figlio non siano "l'ultimo bambino nel bosco" e questo libro è il primo passo verso quella riunione natura-bambino.

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Pubblicato per la prima volta da Houghton Mifflin nel 1962, Silent Spring ha allertato un vasto pubblico sui pericoli ambientali e umani dell'uso indiscriminato di pesticidi, stimolando cambiamenti rivoluzionari nelle leggi che interessano la nostra aria, terra e acqua. “Silent Spring è diventato un bestseller travolgente, con riverberi internazionali. . . [È] ben realizzato, senza paura e conciso. . . Anche se non avesse ispirato una generazione di attivisti, Carson sarebbe diventata una delle più grandi scrittrici naturalistiche nelle lettere americane” (Peter Matthiessen, per Time's 100 Most Influential People of the Century).
Questa edizione del quarantesimo anniversario celebra il libro spartiacque di Rachel Carson con una nuova introduzione dell'autore e attivista Terry Tempest Williams e una nuova postfazione dell'acclamata biografa di Rachel Carson Linda Lear, che racconta la storia della coraggiosa difesa da parte di Carson delle sue verità di fronte a spietati assalto dall'industria chimica nell'anno successivo alla pubblicazione di Silent Spring e prima della sua prematura morte nel 1964.